Focus On: Matteo Berrettini, dall'inferno alle stelle, la rinascita di The Hammer

Ripercorriamo insieme la storia di The Hammer

La storia di Matteo Berrettini colpisce particolarmente noi italiani.


Era l'ormai lontano 10 luglio 2021 quando un 25enne Matteo Berrettini diventava il primo italiano a disputare una finale di Wimbledon. Dovette purtroppo arrendersi per 3 set a 1 sotto i colpi di Novak Djokovic, vedendo sfumare il sogno di sollevare al cielo quel trofeo così ambito.
Sono passati poco più di tre anni e 'The Hammer' ha contribuito, assieme a Sinner, Musetti, Bolelli e Vavassori a riportare per il secondo anno consecutivo la Coppa Davis in Italia.

E noi, sfruttando tutte le emozioni che ci ha trasmesso con il suo tennis, proviamo a rivivere insieme la carriera del tennista romano. 


Gli inizi

Nato a Roma il 12 aprile del 1996 ma con origini brasiliane da parte della nonna materna, Matteo Berrettini inizia a coltivare la passione per il tennis attorno al 2003 presso il Circolo Magistrati della Corte dei Conti della capitale, sotto la guida tecnica di Raoul Pietrangeli. Nel 2011 si trasferisce al Circolo Canottieri Aniene, allenato dall'ex tennista Vincenzo Santopadre, fino al 2013, data in cui ha disputato il suo primo incontro da professionista.

Esordi e prime finali: Challenger e ATP

L'esordio del 2013 vede il tennista romano uscire sconfitto, ma non arreso, arrivando così alla prima vittoria nel singolare due anni dopo contro il serbo Jankovic. 
Il 2015 di 'The Hammer' è una stagione positiva: vince il primo torneo di doppio in coppia con Filippo Baldi, battendo Eremin e Sonego, trionfa all'Italy F30 in singolare contro Andrea Basso e in coppia con Pellegrino vince anche il torneo di doppio. 

Dopo un infortunio che l'ha costretto a rimanere fuori per circa dieci mesi, nel novembre del 2016 anno si aggiudica i quarti di finale del torneo Challenger ad Adria contro l'ex top 5 ATP Tommy Robredo, superando anche il turno successivo ma dovendosi arrendere in finale, contro Luca Vanni.

Pochi mesi dopo, nel maggio del 2017 disputa gli Internazionali d'Italia, uscendo però subito ai danni di Fognini. Quell'estate, a luglio, batterà Djere nella finale dei Challenger di San Benedetto, vincendo così il suo primo trofeo e salendo al 120esimo posto del ranking. L'anno successivo accederà alla top 100.

Anno che ha portato anche le prime gioie della sua carriera a Matteo, con la qualificazione tramite ripescaggio agli Australian Open, la vittoria dei Challenger di Bergamo prima e Irving poi, le partecipazioni al Rolland Garros e Wimbledon, la convocazione alla sua prima Coppa Davis (che però non lo vedrà mai in campo) e la vittoria del primo titolo ATP, sia singolo, a Gstaad, che in doppio, con Fognini a San Pietroburgo.


L'arrivo in top 100 e il primo ATP

Il 2017 regala gioie al tennista classe '96, in quanto esordisce agli Internazionali d'Italia, dove esce sconfitto al primo turno per mano del connazionale Fabio Fognini e, tre mesi più tardi, conquista il suo primo Challenger a San Benedetto, battendo in finale Laslo Dere e portandosi al 120° posto nel ranking. 

La top 100, così vicina dopo San Benedetto, viene raggiunta dopo pochi mesi del 2018 grazie alla finale raggiunta nel Challenger di Irving, che permette a 'The Hammer' di accasarsi al posto numero 95° e, nelle settimane successive, di essere convocato dalla nazionale italiana per la Coppa Davis. 

Il  tramonto dell'anno è per Berrettini l'alba della carriera tennistica: a Gstaad si porta a casa il primo ATP, battendo 7-6 6-4 Bautista Agut, ripetendosi nel doppio con Daniele Bracciali. 
Neanche un mese dopo, insieme a Fabio Fognini, vince il secondo titolo in doppio a San Pietroburgo. 


La consacrazione definitiva, la top 10 e il covid

Il 2019 tennistico di Berrettini si apre con la sconfitta, per mano di Tsitsipas, agli Australian Open, ma dopo la conquista di un altro ATP da singolo a Budapest, nell'aprile del 2019, cala il tris con il dominio a Stoccarda contro Auger-Aliassime.

Una distorsione alla caviglia obbliga Matteo a rimanere fuori per poco meno di un paio di mesi, costringendolo a rinunciare alla possibilità di difendere il titolo di campione a Gstaad e obbligandolo a non partecipare al Masters di Montreal. 

Agli Us Open si regala la gioia di arrivare in semifinale, prima di essere battuto dal futuro campione Rafael Nadal. 

Chiude l'anno con la sconfitta alle Finals di Londra, classificandosi all'8° posto del ranking e ricevendo il premio di "Most Improved Player of the Year". 

La stagione seguente, caratterizzata dallo scoppio della pandemia per Covid-19,  lo vede retrocedere di due posizioni a causa delle sconfitte al Roland Garros e agli Internazionali d'Italia. 


Il 2021: Wimbledon e l'anno da sogno

Il 2021 inizia nel peggiore dei modi, con la sconfitta a febbraio dell'Italia nell'ATP Cup in finale contro la Russia e con il forfait obbligatorio agli ottavi degli Australian Open a causa di uno stiramento muscolare. 
Il rientro lo vede uscire vittorioso da Belgrado, ma poche settimane dopo sarà costretto ad arrendersi a Zverev, col punteggio di 7-6 4-6 3-6, in finale al suo primo Masters di Madrid.

A giugno, dopo quasi due anni di assenza dai campi in erba, Berrettini vince il Queen's, battendo in finale Norrie in tre set. 

La consacrazione definitiva del  tennista romano arriva a Wimbledon: in terra londinese batte Hurkacz in semifinale e diventa il primo tennista italiano nella storia a raggiungere la finale, prima di essere sconfitto dall'allora numero 1° al mondo Novak Djokovic per 7-6 4-6 4-6 3-6. 

L'anno, tuttavia, termina esattamente come era iniziato: alle ATP Finals Berrettini si ritira al primo match a causa di un'infortunio ai muscoli addominali. 


Il bis al Queen's e la semifinale agli Australian Open

Il 2022, al rientro dagli infortuni, 'The Hammer' diventa il primo italiano a raggiungere la semifinale degli Australian Open, cadendo tuttavia contro Djokovic, futuro vincitore del torneo.

A causa di un'intervento chirurgico resta lontano dai campi per 3 mesi, rientra a Stoccarda e riesce a raddoppiare la vittoria dell'anno precedente, sconfiggendo in finale Andy Murray e, successivamente, replica la vittoria al Queen's contro Krajinovic. 

L'ultima nota positiva del 2022 è la vittoria in Laver Cup, sia in singolare che in doppio con Djokovic, prima di chiudere l'anno con la sconfitta per mano di Musetti a causa anche di un risentimento al piede che lo costringe a fermarsi nuovamente ai box. 


Il 2023, tra infortuni e posizioni perse

La sfortuna, tuttavia, si avventa su Matteo Berrettini nel 2023: il tennista romano perde in finale alla United Cup contro Taylor Fritz e assegna il titolo agli Stati Uniti, perde al turno d'esordio agli Australian Open e, dopo 155 settimane consecutive, esce dalla top 20 del ranking ATP. 

A Montecarlo, dopo aver raggiunto Cressy e Cerundolo, lascia anticipatamente il torneo a causa di un'infortunio agli addominali, rientrando in campo dopo 2 mesi. 

Non ancora pronto però a livello fisico, vince 3 game contro Sonego a Stoccarda,  prima di rinunciare alla partecipazione al Queen's. 

Il rientro a Wimbledon lo vede uscire agli ottavi contro Alcaraz, scendendo al 40° posto in classifica, che verrà peggiorato a fine stagione, quando il romano finirà alla 92° posizione a causa anche dell'ennesimo infortunio, questa volta alla caviglia, che spingerà Berrettini a interrompere il rapporto con il suo allenatore Santopadre e iniziare il percorso con Roig. 


La rinascita, dal buio alla vittoria a Marrakech

'The Hammer' rientra in campo dopo 192 giorni di inattività e, al terzo torneo disputato, si aggiudica il Masters 250 di Marrakech, tornando a vincere un torneo ATP a 19 mesi di distanza dall'ultima volta. 

Torna sull'erba a Stoccarda, dopo alcune settimane di stop a causa di una tonsillite, e per la terza volta in carriera raggiunge la finale del torneo, venendo però sconfitto in rimonta da Jack Draper. 

Conquista, in successione, il 250 di Gstaad e il 250 di Kitzbuhel, stabilendo il record italiano di 10 incontri e 20 set vinti sul rosso, poi è costretto ad un nuovo stop agli US Open a causa della ripercussione dell'infortunio agli addominali. 

Viene convocato, dopo aver partecipato alle qualificazioni a Bologna, dal capitano Filippo Volandri per partecipare alla Coppa Davis di Malaga, competizione che aveva dovuto abbandonare per infortunio l'anno precedente. 

E a volte, il destino può anche sorridere...


Il sogno che si realizza: la vittoria in Davis Cup

Volandri lo chiama a Malaga e, dopo l'1-1 contro l'Argentina ai quarti, lo chiama in causa nel doppio insieme a Sinner per passare il turno. Matteo, che questo trionfo lo sogna da tempo, non si fa pregare: partita impeccabile, 6-4 7-5 e turno superato. 

In questo momento non c'è un giocatore italiano che desideri questa coppa più di lui e Volandri lo sa bene, al punto che decide di schierarlo come primo giocatore per ogni incontro. 

'The Hammer' ripaga subito la fiducia contro l'Australia: 6-7 7-3 7-5 in semifinale contro Kokkinakis, dando così a Sinner il match point per andare in finale senza dover giocare il doppio. Il tennista altoatesino, con alle spalle un 2024 da favola, si impone facilmente su De Minaur e porta l'Italia in finale. 

L'ultimo atto della competizione, Italia Olanda, vede Berrettini affrontare l'ostico van de Zandschulp, annichilito però dai colpi di un rinato 'The Hammer' che porta a casa l'incontro per  6-4 6-2. 

Ora non resta che tifare, sperare, pregare e, alla fine, gioire insieme: Sinner, nonostante le difficoltà, non sbaglia e l'Italia si aggiudica la Davis Cup per il secondo anno di fila. 

Le lacrime di Berrettini, a fine partita, sono la rappresentazione perfetta della realizzazione di un sogno: un ragazzo, devastato dagli infortuni, che riesce a portare la sua nazione sul gradino più alto del podio, dimostrando al mondo e a se stesso di essere ancora un tennista di livello mondiale. 

'The Hammer' ce l'ha fatta!

"Alzala Matte, te la meriti". 



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