Il sogno proibito è realtà: un Milan GALACTICO stende il Real Madrid 3-1 al Bernabeu
Prestazione superlativa dei rossoneri a Madrid
Sembrava tutto già scritto, sembrava la partita più impossibile, sembrava la notte del Real Madrid per rilanciarsi. Invece, per citare uno dei più grandi artisti italiani, è stata la 'sera dei miracoli'.
Il Milan di Fonseca, che in campionato era reduce da una vittoria di misura col Monza e una prestazione opaca, era ospite al Santiago Bernabeu di un Real Madrid che aveva bisogno di ripartire forte dopo la sconfitta contro il Barcellona per 4-0.
Fonseca, per affrontare i Blancos, si affida a un'undici fisico e tecnico: Maignan tra i pali, difesa a 4 con Emerson, Tomori, Thiaw e Theo Hernandez, Fofana e Reijnders in mediana, Leao, Pulisic e Musah sulla trequarti, Morata in attacco.
Ancelotti schiera in campo i suoi uomini migliori con Lunin tra i pali a sostituire l'infortunato Courtois, Mendy, Militao, Rudiger e Vazquez come blocco difensivo, Valverde, Tchouameni, Modric e Bellingham a centrocampo e davanti il duo Mbappe-Vinicius.
Il Milan entra bene in partita, attacca con convinzione, è fluido nel gioco e viene ripagato: al minuto 12' Pulisic lascia partire un cross da calcio d'angolo che viene impattato dalla testa di Thiaw e finisce alle spalle di Lunin per il vantaggio rossonero. La squadra di Fonseca è attenta e compatta, ma basta una sgasata di Vinicius al Real Madrid per provare a riprendere la partita: il brasiliano scappa alle spalle della difesa, anticipa l'intervento di Emerson e viene colpito dal terzino milanista. Per Vincic ci sono pochi dubbi, calcio di rigore per i Blancos. Dal dischetto si presenta lo stesso Vinicius che batte Maignan e pareggia la partita.
I rossoneri sono forti e lo dimostrano per tutto il primo tempo, riuscendo anche a chiudere in vantaggio: Leao riceve al centro dell'area, finta lo scarico arretrato e si gira scaricando un destro rasoterra. Sul tiro arriva Lunin, ma sulla sua respinta corta Morata è abile ad avventarsi e a scaraventare il pallone in porta per il secondo vantaggio del Milan e per il 6° gol da ex dell'attaccante spagnolo contro i Blancos.
La ripresa propone la stessa sinfonia del primo tempo: il Milan gestisce palla, pressa in maniera coordinata ed è attento in difesa, a differenza della squadra di Ancelotti che si fa innervosire dalla capacità di gestione dei rossoneri. I Blancos si lasciano trascinare dal nervosismo di non riuscire a tenere il pallino del gioco, e nel giro di 15 minuti arrivano 4 ammonizioni di cui due per proteste.
I ragazzi di Fonseca capiscono la situazione e alzano nuovamente il ritmo: uscita palla al piede da Maignan e Thiaw che cercano Abraham, ottima protezione palla ed apertura per Reijnders che, come ha fatto per tutta la partita, non sbaglia la scelta e apre su Leao.
Il portoghese, straripante per 90' al Bernabeu, supera in velocità Vazquez, mette in mezzo il pallone e trova lo stesso Reijnders che, a tu per tu con Lunin, non sbaglia e regala al Milan il 3-1.
Il Real Madrid prova a rientrare in partita col gol di Rudiger, annullato per posizione di fuorigioco, e per qualche sgasata sulla fascia sinistra che però crea pochi rischi alla porta difesa da un Maignan a dir poco perfetto.
Il Milan chiude la partita gestendo il pallone per gli ultimi due minuti, con qualità e scelte corrette così come fatto per tutta la partita da Fofana e un Reijnders che ha disegnato calcio a livelli da fuoriclasse.
I rossoneri agganciano proprio i madrileni in classifica a 6 punti nella Champions League, andandosi a regalare un sogno proibito che sembrava impossibile, a dimostrazione che la squadra di Fonseca ha qualità, individualità e soprattutto coesione e non è seconda a nessuno.
Crisi profonda invece per Ancelotti che cade nuovamente in casa dopo la batosta del Clasico contro il Barcellona.
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